Come insegnare ai bambini a gestire le proprie emozioni.

Ciao mamma! Prima di iniziare la lettura di questo post, ti faccio i miei complimenti perché se stai per leggere queste mie parole, significa che sei un genitore attento alla ricerca di più consapevolezza e di nuove informazioni che possono migliorarti la vita. Sono certa che anche tu come tutti noi genitori – anche io – hai dei dubbi e diverse domande che vorresti fare a qualcuno da cui ricevere risposte efficaci e utili.

Questo qualcuno lo hai trovato!! Ti do la mia piena disponibilità.

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Oggi c’è un interesse immenso verso l’educazione emotiva. In effetti occuparsi delle emozioni dei propri figli gli garantisce una qualità di vita diversa. Imparare a gestire gli stati d’animo aiuterà i bambini a gestire le difficoltà, affrontare le sfide, avere fiducia in se stessi, e anche prevenire cattive abitudini oggi purtroppo molto diffuse come abuso di alcool, fumo, droghe, sesso precoce, disturbi alimentari.

Insegnare ai propri figli a gestire gli stati d’animo è tanto importante quanto insegnargli le regole di base del buon comportamento e dell’educazione.

Le emozioni sono uno degli elementi su cui si fonda l’intero benessere della vita di una persona.

Da come una persona usa le sue emozioni dipendono le sue decisioni, le sue scelte, il suo modo di affrontare gli eventi, le sue relazioni. Le emozioni sono la base della vita e del benessere.

Nei piccolissimi, come i bambini che frequentano i primi anni di scuola elementare, le emozioni sono fondamentali per gestire il modo di mangiare, il modo di relazionarsi con gli altri, l’approccio scolastico, i compiti, lo sport… e anche per gli adolescenti è così, loro vivono un vulcano emotivo interiore che ha bisogno da parte di te mamma, di tanta fiducia, ascolto e comprensione…

Quando un bambino non è in grado di gestire le sue emozioni negative potrebbe chiudersi in sé stesso convincendosi di non essere capace, di essere timido, di non farcela e questo può avere delle ripercussioni sul suo rendimento scolastico, sulla sua motivazione, sul suo benessere e addirittura sulla sua salute.

Nel Centro che ho fondato a Lecce > 11eLode arrivano bambini di 6 anni che ripetono fin troppo spesso ‘non ce la faccio’, ‘non ci riesco’. Queste parole sono gravissime nei bambini perché rispecchiano una incapacità interiore sulla quale bisogna intervenire subito per risolverla e dare nuova fiducia al bambino.

Gestire gli stati d’animo è qualcosa che si impara ad ogni età, tanto meglio impararlo da piccoli.

Molti dei miei clienti che seguo nelle coaching individuali mi dicono ‘se avessi imparato da piccolo a gestire le mie emozioni, mi sarei risparmiato tanti di quei problemi…’ ed è così, è proprio così.

‘’Pretendere da un bambino di 8 anni che sappia da solo governare il proprio umore e cambiarlo quando è necessario è come aspettarsi da un bambino di 4 anni che sappia andare in bicicletta senza che nessuno glielo abbia insegnato’’.

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È necessario insegnare ai figli a gestire le emozioni.

Ma come si fa? Si domandano e mi domandano molti genitori. Posso darti alcuni consigli su come fare anche se, in verità ti dico, che ogni genitore educa con l’esempio e che anche con le emozioni vale la stessa regola come per ogni altra cosa: se tu genitore lo sai fare, anche i tuoi figli sapranno farlo. I bambini imparano per imitazione da quello che osservano, respirano, guardano, vivono tutti i giorni, attraverso i loro genitori. L’atmosfera emotiva della famiglia educa più di ogni altra cosa.

Ti suggerisco 3 strategie per aiutarlo a gestire le sue emozioni.

1. Cosa dovresti fare quando tuo figlio va in escandescenza perché non vuole fare qualcosa?

Pensa alle situazioni classiche, non vuole andare a dormire, non vuole lavarsi i denti, non vuole mettere a posto i suoi giochi e… scoppia la guerra in casa!!

Se la prima cosa che ti viene in mente di fare è urlare per farlo smettere…fermati! Più urli meno ti sente.

Se lui è arrabbiato significa che è in preda alla collera, in quel momento non sente, non vede, non risponde. Non può farlo! Tu riesci ad essere lucida e a prendere decisioni razionali quando sei in preda alla collera? Certo che no! Se non puoi farlo tu non può farlo neanche tuo figlio.

Quindi evita di ‘educare’ proprio in quel momento di rabbia. Digli piuttosto: ‘vedo che sei molto arrabbiato, mi dispiace ma lavare i denti è necessario, troviamo insieme un modo per farlo in maniera divertente’. In questo modo tu riconosci le sue emozioni, le nominalizzi (cioè gli dai un nome), tuo figlio percepisce che lo stai accettando e stai rispettando quelle emozioni.

Poi ti suggerisco di mantenere la calma per fare in modo che lui si calmi, magari prendilo in braccio (no! non lo vizi tranquilla!), lo aiuti a calmarsi per poi fare quello che va fatto. Educare i figli alle emozioni significa metterci la giusta dose di dolcezza + fermezza, è questa la formula più efficace. Quando finalmente si sarà calmato, allora è il momento di parlargli e di fargli fare quello che è necessario fare. Facendo in questo modo insegni ai tuoi figli ad accettare il malumore, ad accettare con calma che passi e a trovare una soluzione con un dialogo sereno.

2. Come puoi rimproverarlo in modo corretto?

I bambini non devono provare vergogna nel provare nessuna emozione. Significa che ‘tutte le emozioni sono possibili, non tutti i comportamenti sono possibili’. Le emozioni in quanto tali si possono vivere, ci si può arrabbiare, si può piangere, si può esser tristi, si può provare amarezza, ma certamente non si può picchiare la sorellina quando si è arrabbiati, non si può prendere a calci la scrivania, non si può tirare il gioco in testa a qualcuno. Quando devi riprendere tuo figlio cerca sempre di rimproverare i suoi comportamenti, mai le sue emozioni.

Spesso dico a mia figlia ‘hai il diritto di arrabbiarti ma non hai il diritto di comportarti in questo modo’. Così i bambini si sentono accolti nelle loro esplosione emotive e ricevono comunque una guida efficace per capire cosa si può e cosa non si può rispetto ai loro comportamenti. Esistono comportamenti sbagliati ma nessuna emozione è realmente sbagliata. Quindi cerca di rispettare le sue emozioni evitando di dirgli che sta esagerando, che sta piangendo per una sciocchezza, perché se si sta esprimendo in quel modo per tuo figlio è importante quello che sta vivendo dentro sé stesso.

3. Come puoi fare a parlare di emozioni in famiglia?

Per trattare le emozioni come ‘normali’ ne devono sentir parlare con naturalezza. Parla tu per prima delle tue emozioni! Se la sera rientri a casa dopo una giornata piuttosto faticosa di a tuo figlio ‘amore mio la mamma stasera proprio non ce la fa a giocare con te, mi sento stanca e ho bisogno di riposo’, oppure ‘in questo momento sono un po’ arrabbiata, ho bisogno di stare un po’ da sola per calmarmi, altrimenti me la prenderei con te e non voglio’.

In questo modo tuo figlio si abitua a sentir parlare di emozioni da te e quindi a legittimarle come possibili. L’errore sarebbe tornare a casa molto stanca e, alla prima cosa che ti fa saltare i nervi, prendertela con lui senza motivo. Se invece gli racconti come ti senti, lui ti ascolterà a si abituerà a condividere con te le sue emozioni. Questo agevolerà un dialogo fra di voi costruttivo e certamente il vostro rapporto ne beneficerà.

Ci sono tantissimi altri modi per adottare una corretta educazione emotiva, iscriviti al mio gruppo facebook Educare Facile, presto approfondiremo lì questo discorso.

Ultimo consiglio, ma non per importanza: quando sbagli o quando non ce la fai a fare qualcosa che ti eri prefissata con tuo figlio non sentirti in colpa. Tuo figlio ha bisogno di una mamma felice e serena, non di una mamma perfetta : ) 

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