Cosa stiamo facendo ai nostri bambini?

L’altro giorno, in fila dal panettiere, ho assistito ad un dialogo tra alcuni genitori (che mi è già capitato di sentire durante i miei coaching) e che mi ha fatto riflettere.

“Noi abbiamo ricevuto un’educazione decisamente severa dai nostri genitori. Ma oggi con i nostri figli siamo troppo amici, troppo dialogo e quindi i nostri figli sono troppo viziati e non hanno spirito di sacrificio. Bisognerebbe ritornare a un’educazione più severa!!!”

Sarà capitato anche a te di ascoltare questi ragionamenti. Magari anche tu la pensi così.

Ma è proprio così? Solo in parte.

L’educazione che noi abbiamo ricevuto, rigida, severa, fatta di rimproveri, minacce e punizioni, ma anche di qualche sculacciata, non ha fatto altro che ledere la nostra autostima.

Eppure quei discorsi contengono un pezzo di verità: anche l’educazione di oggi, troppo lassista, ha gli stessi effetti, in termini di autostima.

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Il Video Corso  che ogni genitore dovrebbe avere per scoprire come liberarsi dalla rabbia, essere più sereno e crescere figli più forti sereni e sicuri di sé. (anche se non hai il tempo di frequentare dei corsi).

Insegnare lo spirito di sacrificio, facendo apprezzare l’attesa, la conquista, il valore delle piccole cose, dipende da noi genitori ma non ha correlazione con i metodi, rigidi e fatti di minacce, punizioni e sculacciate del passato. 

Educare con empatia non esclude insegnare il “sacrificio”.

Assolutamente.

Sarai d’accordo con me che non concedendo tutto e subito, è possibile far percepire a tuo figlio il giusto valore delle cose.

E non per questo bisogna essere rigidi con i figli.

Continuare con minacce, punizioni, sculacciate ed urla non serve a niente, anzi.

In realtà, con questo tipo di atteggiamento i nostri figli entrano in uno stato emotivo devastante: basta confrontarsi con terapeuti, insegnanti e genitori per comprendere la “tragedia silenziosa” che colpisce i bambini di oggi, in balia di genitori che non sanno come gestirli.

Se non parliamo del caso estremo di malattie mentali, è vero però che molti bambini sono però depressi o tristi o annoiati.

Sei d’accordo con me?

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I genitori in fila dal panettiere, come tanti altri, pensano a come educarli, come fargli dire ‘grazie’, ‘prego’ e ‘per favore’ o a fargli imparare a scuola una serie infinita di nozioni a memoria per ‘indottrinarli’ e farli crescere ‘colti’.

Ma molto pochi probabilmente hanno la consapevolezza e gli strumenti per affrontare la loro rabbia, le loro delusioni, le loro paure, le loro insicurezze.
Va tutto bene se i bambini sono rispettosi, obbediscono, e sono felici.
Quando questo non accade, pochi sanno cosa fare.


Se nessuno si occupa delle emozioni dei bambini, delle loro paure, dei loro timori, del loro senso di colpa, e di ciò che li rende ansiosi, la loro autostima e la fiducia in sé stessi potrebbero subire dei colpi durissimi ed essere compromesse per sempre.

E sai qual è il rischio?

Quello di crescere adulti insicuri, pieni di paure, incapaci di vivere il momento presente, distratti, ansiosi, superficiali, rigidi o troppo razionali.
Del resto, non sono le caratteristiche di molti bambini di oggi? È un problema sociale a cui tutti dovremmo porre attenzione e opporre le giuste contromisure.

Ci sono persone che vivono costantemente sotto pressione. Sono stanche, stressate, appesantite dalle troppe responsabilità, intristite, sfiancate, deluse, frustrate, arrabbiate.
Queste persone spesso sono anche genitori. Genitori che, oppressi dai troppi pensieri, che non riescono ad avere un rapporto sereno con i propri figli, a godere della loro bellezza e ad apprezzare i momenti significativi insieme, a mantenere la calma e a educare con l’esempio.

Questi genitori si sono abituati ad urlare, rimproverare, e stressare in modo eccessivo i propri figli.
Non c’è niente di strano se poi i figli vedono lo stress e la tensione come stati d’animo normali e agiscono di conseguenza.
Molte ricerche hanno confermato che i figli di genitori stressati sono più vulnerabili a diversi disturbi fisici e mentali, sono più deboli, più insicuri, con notevoli conseguenze negative anche sulle relazioni con gli altri.
Lo stress e l’ansia sono una minaccia in famiglia, per la coppia, ma anche e soprattutto per i bambini.

Davanti ai genitori sotto stress, il bambino vorrebbe fare qualcosa ma non sa cosa fare e quindi il suo senso di inadeguatezza non fa che aumentare. Non si sente all’altezza e inizia a costruire dentro di sé delle convinzioni che indeboliscono la sua personalità.
Questo senso di inadeguatezza verso i 6 anni inizia a manifestarsi a scuola. Se il bambino non si sente adeguato e prova un senso di insicurezza, questa si manifesterà con la scarsa motivazione a scuola o con problemi a mantenere la concentrazione e l’attenzione.
Non è dunque una questione prettamente scolastica nella maggior parte dei casi, ma un problema legato al proprio benessere o malessere emotivo e psicologico.

E così via. Durante l’adolescenza cercano di attirare l’attenzione dei genitori con comportamenti negativi, aggressivi, eccessivi, uso di alcool, droghe e ‘cattive’ amicizie, oppure sviluppano apatia e mancanza di stimoli.

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Ma già a 3 anni i bimbi che vivono e osservano genitori stressati, tendono a manifestare sensi di colpa.

Lo osservo costantemente con mia figlia, quando torno a casa più stanca dal lavoro e lei è automaticamente più tesa.

Capita anche a me.

La differenza è che io ho la consapevolezza delle conseguenze negative di questi atteggiamenti e ho gli strumenti per cambiare e dedicarmi a lei con positività e serenità.

Sei tu attraverso il tuo esempio, con calma ed empatia, a trasmettere a tuo figlio i valori positivi dell’autonomia e dell’autostima.

Intervieni prima che sia troppo tardi!

ECCO I 4 PASSI PER MIGLIORARE SUBITO I TUOI COMPORTAMENTI E LA COMUNICAZIONE CON TUO FIGLIO E VIVERE IN FAMIGLIA CON PIÙ SERENITÀ:

  1. Fai più attenzione alle esigenze di tuo figlio: quando i bambini si avvicinano per raccontarti qualcosa, rivolgi loro il tuo sguardo e la tua totale attenzione. Questo può significare interrompere qualsiasi altra attività (giocare con il telefonino, mandare messaggi, guardare la tv, lavare i piatti…) e dedicarti mente e corpo all’interazione con loro, guardandoli negli occhi e ascoltandoli con il cervello, con il cuore e con il corpo. Loro si sentiranno amati, accolti e compresi semplicemente grazie ad un ascolto attivo.
  2. Riconosci i loro sentimenti: dai loro importanza quando ti parlano, usando espressioni del tipo: “Ah sì?” “Mmm…”, “Ti capisco”. In questo modo metti il bambino nelle condizioni di poter accedere alla propria capacità riflessiva, ai propri pensieri e magari ad elaborare autonomamente delle soluzioni efficaci. A volte non hanno bisogno di una risposta, ma semplicemente di essere ascoltati per riuscire a trovare la soluzione in serenità e autonomia.
  3. Dai un nome ai loro sentimenti: in particolare a quelli negativi. Una falsa credenza è quella secondo cui dare un nome a sentimenti quali la rabbia o la tristezza possa peggiorare la situazione, e quindi sia meglio evitarli! In realtà evitare questi sentimenti, significa negarli esteriormente e farli crescere interiormente. Abituati a dialogare con i tuoi bambini di tutti i loro sentimenti, quelli belli e quelli brutti, perché le emozioni sono sensazioni che è necessario riconoscere per imparare a gestirle. In questo modo si educano bambini più felici e sicuri di sé.
  4. Usa sempre la fantasia e la possibilità: quando tuo figlio, ti chiede qualcosa che non è possibile realizzare in quel momento, non limitarti a dargli una spiegazione logica attraverso un NO. Per fargli accettare la realtà è utile fargli capire che comprendi quanto in quel momento stia desiderando quella cosa, malgrado non sia possibile averla! “Ti capisco” è una parola magica che crea armonia e accoglienza.
  5. L’atteggiamento empatico è uno strumento che va allenato costantemente. Tuo figlio ha bisogno di tempo esclusivo dedicato solo a lui e all’ascolto delle sue esigenze.

C’è un modo diverso di educare, un modo fatto di empatia, di amore, di ascolto, di comunicazione positiva e di molto altro. Ma è necessario conoscerlo, perché nessuno, scuola o famiglia, ce lo ha mai insegnato.

Educare è facile, se sai come farlo.

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